La “Domus del Labirinto” a Pompei antica

Progettare, sperimentare e collaudare tecnologie innovative per interventi in aree archeologiche complesse e monumentali

Lo staff tecnico di Archeometra, nell’ambito di una campagna avviata dalla Cattedra di Archeologia e Storia dell’arte Greca e Romana di Roma “La Sapienza” nell’estate del 2003, condusse la sperimentazione di nuove pratiche di intervento conoscitivo per aree archeologiche monumentali, presso la Domus del Labirinto, Regio VI, 11 di Pompei antica.
Il progetto ebbe l’intento di mettere a modello attività tecnico-strumentali innovative di rilievo e monitoraggio in contesti di rischio archeologico.

Le attività furono ricondotte ai seguenti ambiti generali di ricerca:

  • nuove tecnologie digitali per il rilievo, la diagnostica e il monitoraggio del degrado di monumenti complessi;

  • strumenti di valutazione del rischio su strutture e apparati decorativi;

  • implementazione di banche-dati di tipo archeologico;

  • sistemi di interoperabilità tra tracciati alfa-numerici, grafici e cartografici.

L’indagine prese avvio con le fasi preliminari di valutazione statico-strutturale su schemi grafico-geometrici ricavati da rilievi laser scanner 3D. Successivamente sugli stessi vennero via via sincronizzate infografiche dai sondaggi vibrometrici (da laser doppler a scansione-VLDS), termografici e dalle analisi archeologiche descrittive degli alzati murari.

Le superfici e le decorazioni vennero pertanto sottoposti a rilevamenti a campione di tipo non invasivo, a procedure di misurazione su fenomeni di distacco, decoesione e lesione, operando senza contatto diretto tra strumentazioni e manufatto. E in particolare, proprio in questa campagne di prove e di misurazioni all’interno della Domus del Labirinto, si ricorse per la prima volta in assoluto all’impiego del VLDS  per la verifica sullo stato di conservazione di affreschi, intonaci, mosaici e stucchi romani.

Per quanto riguarda l’introspezione del suolo vennero infine effettuati in correlazione alcuni saggi georadar (ground probing radar – GPR) come sistema di visualizzazione e schematizzazione rapida e preventiva di evidenze di interesse archeologico.